Perché difendere e potenziare i consultori familiari ci aiuta a risparmiare
di Pina Adorno e Maria Marcelli
Sappiamo tutti che il momento che stiamo vivendo non consente di sprecare le risorse ormai estremamente limitate di cui disponiamo, e sappiamo anche che per affrontare i serissimi problemi che la società del 2000 ha di fronte è necessario dotarsi di un piano globale che ottimizzi le risorse e metta in sinergia le linee di intervento già in atto o da implementare nei diversi settori.
Non sappiamo ancora nel dettaglio a cosa porteranno i tagli nella sanità che in questi mesi sono allo studio del governo Monti, tagli necessari per ridurre il debito pubblico e che coinvolgono tutti noi.
Ci preme però sottolineare un aspetto che riteniamo fondamentale se vogliamo razionalizzare la spesa sanitaria ed eliminare gli sprechi: i servizi di primo livello vanno salvaguardati e in prospettiva incrementati perché consentono di massimizzare i risultati in termini di salute con il minor costo possibile. Infatti, servizi come i consultori familiari consentono di investire sulla salute della popolazione in termini di stili di vita sani, con un effetto moltiplicatore sul benessere complessivo e sulla consapevolezza di ciascuno della propria responsabilità nella tutela della salute, prevenendo patologie che richiederebbero in prospettiva costi molto maggiori.
Negli ultimi anni, analisti delle banche centrali, economisti vincitori di premi Nobel, esperti di organismi internazionali dedicati allo sviluppo, hanno sottolineato la necessità di aumentare gli investimenti pubblici per sostenere :
la relazione madre bambino nei primissimi anni di vita, (questo sulla base di studi che dimostrano che tali interventi possono mettere le nuove generazioni sulla strada di uno sviluppo delle loro potenzialità, prevenendo vari tipi di esiti sfavorevoli a medio e lungo termine)
i servizi dedicati alla salute delle donne per la possibilità di incidere in termini di salute sull’intera popolazione.
Si potrebbero stimare anche in Italia i costi e i risparmi che un servizio di primo livello organizzato come il Consultorio Familiare può assicurare, per questo abbiamo delineato nello schema che segue alcuni indicatori utili:
OBIETTIVI
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EFFETTI ATTESI
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POTENZIALI RISPARMI
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tutela salute donna
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maggiore ricorso alla prevenzione e alla diagnosi
precoce
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minori costi per interventi per patologie in fase
avanzata
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applicazione legge 194
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promozione uso contraccezione
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minori costi per Interruzioni Volontarie della Gravidanza (IVG)
I rapporti annuali del Ministero della salute confermano che nei
territori in cui operano i CCFF è più evidente la riduzione del ricorso
all'IVG
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promozione della salute sessuale e della fertilità
in età adolescenziale
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riduzione delle gravidanze indesiderate in età
adolescenziale
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minori costi sanitari e sociali per l'assistenza di
gravidanze a rischio
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consulenza preconcezionale
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promozione di stili di vita sani per prevenzione
gravidanze a rischio e patologie dei nascituri
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minori costi sanitari e sociali a breve - medio e
lungo termine
Nei paesi anglosassoni la stima sui ritorni
economici degli interventi precoci di sostegno alla relazione madre
bambino è stata calcolata da due-tre volte a dieci-quindici volte quanto
investito
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sostegno gravidanza e gruppi di accompagnamento alla
nascita
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riduzione dell'eccessiva medicalizzazione
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migliori esiti per la gravidanza e il parto
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riduzione del n° di parti cesarei
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sostegno alla genitorialità e promozione di azioni
efficaci per la salute del bambino
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maggiore soddisfazione nella relazione madre padre
bambino
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attivazione di reti di mutuo aiuto tra pari
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promozione allattamento seno
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riduzione del n° di patologie per incidenti e per
SIDS
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Se al contrario non si riconosce il valore e l’efficacia di investire sulla “base” della piramide dei servizi sanitari e sociosanitari significa che l’obiettivo non è lo stato di salute della popolazione e che il modello di riferimento non è quello del servizio sanitario pubblico, ma un sistema che incentiverà il ricorso alle assicurazioni private, moltiplicando le prestazioni specialistiche che saranno accessibili solo per chi se le potrà permettere.
Per questo ci stupisce leggere nel “Piano Famiglia” formulato di recente dal governo, un attacco al modello consultoriale in quanto tale, soprattutto perché caratterizzato come servizio di genere, dimenticando che tutte le agenzie internazionali considerano prioritario intervenire per la salute delle donne, ritenute target strategico per la possibilità di incidere in termini di salute sull’intera popolazione, oltre che per la necessità di riequilibrare le discriminazioni che le colpiscono per quanto attiene tutti quei fattori considerati determinanti di salute.
Ci preme invece ricordare che «quando le donne stanno bene, tutto il mondo sta meglio» e lo afferma un grande economista contemporaneo come Amartya Sen!
Condivido totalmente il contenuto dell'articolo e visto che si deve comunque risparmiare sulla spesa pubblica, penso che nel valutare costi-benefici debbano essere finalmente evidenziati i benefici di salute ottenuti da quando c'è il consultorio. Perchè la consulta non chiede di incontrare i rappresentanti del governo in modo da contrastare stereotipi conosciuti e chiedere politiche di genere e per la famiglia, in linea con le funzioni consultoriali? Colpire i consultori significa spremere un limone più che spremuto. Luisa Laurelli
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