Ricaviamo dalle sue parole la conferma - se mai ce ne fosse bisogno - di quanto siano utili e importanti servizi come i consultori, che sono più vicini ai cittadini, inseriti nell'ambiente in cui vivono, vicini alle scuole che i loro figli frequentano, ai negozi dove fanno la spesa. Ma soprattutto servizi su cui è possibile "fare affidamento", come dice la sig. Balestri - un riferimento quotidiano e a portata di mano.
Purtroppo il .."sussurro" captato dalla signora corrisponde a verità: il Consultorio quasi sicuramente chiuderà nelle prossime settimane e il personale verrà redistribuito negli altri consultori del distretto.
Nel caso del consultorio di via Manfredonia ci sono degli adeguamenti strutturali da fare (anche se la situazione non sembra aver evidenziato peggioramenti sostanziali negli ultimi tempi) e pare che non ci siano le condizioni e le autorizzazioni necessarie, ma è ormai da qualche anno che nelle Asl della nostra città i consultori vengono chiusi e/o accorpati, spostando sedi e personale, chiudendo sedi per ristrutturazioni che non vengono riaperte, creando così disorientamento e disagi all'utenza.
La Consulta dei Consultori di Roma ha più volte chiesto ragione di tutto ciò, ha segnalato, protestato, fatto presente il danno che questa politica rende alla salute delle donne e i costi che aumentano quando la prevenzione fallisce o non si effettua.
Crediamo però che sia importante che le donne e gli uomini che frequentano i nostri consultori facciano sentire direttamente la loro voce ed esprimano alle autorità sanitarie e politiche competenti l'esigenza di informazione, promozione, e di tutela della loro salute che i consultori assicurano.
La salute è un diritto per tutti. E per chi è responsabile della salute dei cittadini è un dovere ascoltare e dare risposte adeguate, anche e soprattutto in tempi di crisi!
Sono
un’utente del consultorio familiare di Via Manfredonia. Sono venuta a
conoscenza, più come un sussurro che come una vera e propria comunicazione, che
questa struttura sarà chiusa il prossimo Ottobre, sotto effetto dei tagli fatti
in nome della crisi.
Mi
chiedo se sia vero e se, in tal caso, ci sia stata una reale valutazione dei
costi/benefici di questa azione o, come ormai sembra sempre più comune, sia
semplicemente più immediato e meno impopolare far pagare la crisi alle classi
meno abbienti e probabilmente più “silenziose”.
Parlando
di costi e benefici, fra le altre cose, vorrei citare un articolo pubblicato
sul vostro sito intitolato “Consultori e Crisi “che spiega come il difendere e
potenziare i consultori aiuti la società a risparmiare. È per questo che scrivo
a voi, sperando che siate il pubblico adatto per la mia piccola e solitaria
“protesta”.
Negli
anni in cui, direttamente o indirettamente, ho frequentato il consultorio ho
avuto modo sia di usufruire dei servizi di enorme professionalità offerti, sia
di accorgermi di quanto il consultorio sia utile e capillarmente inserito nel
territorio. Ci sono decine di mamme che ogni giorno portano i loro bambini per
le vaccinazioni, decine di donne vicine al parto che frequentano corsi
prenascita, donne che usufruiscono dei servizi offerti dal reparto di
ginecologia, senza entrare nel merito dell’importanza che supporti psicologici
e sociologici offerti a una comunità come quella di cui stiamo parlando possono
avere (supporto a famiglie, adolescenti, ecc). Ognuna di queste tante,
tantissime persone ha una motivazione per rivolgersi al consultorio, talune un
vero e proprio bisogno.
In un
momento in cui, invece che vivere, si cerca di sopravvivere con dignità, è
importante puntare alla riqualificazione delle periferie per opporsi al
dregrado che la crescente povertà può portare. In un quadro come questo, è un
mistero il come si possa pensare di chiudere una struttura funzionante e
importante come un consultorio familiare. In un momento in cui la distanza fra
i ricchi e i poveri sta nuovamente aumentando, la fiducia nello stato sociale
scemando e la speranza per il futuro diventando sempre più flebile, ci si
aspetterebbe che i tagli fossero effettuati in più alte sfere piuttosto che
continuare a colpire la “base” della società.
Quali
sarebbero gli effetti di questa sconsiderata decisione? Se il dirottamento di
moltissimi utenti in altre strutture già funzionanti a pieno regime,
sovraccaricandole quando già al limite della sostenibilità non fosse un effetto
più che pessimo, e lo è, altre considerazioni sociali emergono se si riflette
solo un momento in più su questa situazione. Un consultorio è una struttura su
territorio e come tale influenza e definisce la comunità che su di esso fa
affidamento. Togliere un consultorio in qualunque posto sarebbe una scelta
azzardata, toglierlo da un quartiere difficile come il quarticciolo è, secondo
me, decisamente sbagliato. Alcune comunità più di altre, infatti, hanno bisogno
di trovare aiuto, identità e coesione fuori dalla strada; alcune realtà hanno
bisogno di essere seguite più di altre. Tutelare donne e bambini in comunità
difficili significa gettare le basi per un futuro migliore e questo non può
essere ignorato.
Se
quanto ho sentito è vero vi prego di considerare ancora una volta la decisione
presa, se non fosse vero, mi scuso anticipatamente per aver ascoltato voci
infondate,
Cordialmente
Elena
Balestri
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