Le iniziative per pensare, conoscere, rappresentare le mille sfaccettature che compongono l'immagine e la realtà femminile sono state tante - tutte importanti - belle - utili - in questo 8 marzo 2013.
Resta, sul difficile cammino intrapreso per la conquista piena della parità dei diritti, la macchia indelebile della morte delle donne, il "femminicidio" sì, ma anche quella fisica, psicologica, culturale dovuta alla mancanza di risposte che lo Stato e la Politica non riescono a dare a questa società che è insieme nuova e vecchia, e la conseguenza di questo vuoto ricade soprattutto sulle donne, come la cronaca di tutti i giorni ci ricorda.
Abbiamo scelto di sottolineare il senso di questa giornata con le parole di un poeta, che con questi versi è riuscito a evocare la complessità e la bellezza dell'essere donna.
Ballata delle donne
quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli, le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia:
quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace:
quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire:
perché la donna non è cielo, è terra,
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui dentro il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente:
femmina penso, se penso l’umano:
la mia compagna, ti prendo per mano:
Edoardo Sanguineti
(da Il gatto lupesco. Poesie 1982-2001, Feltrinelli 2002)
quando ci penso, che il tempo è passato,
le vecchie madri che ci hanno portato,
poi le ragazze, che furono amore,
e poi le mogli, le figlie e le nuore,
femmina penso, se penso una gioia:
pensarci il maschio, ci penso la noia:
quando ci penso, che il tempo è venuto,
la partigiana che qui ha combattuto,
quella colpita, ferita una volta,
e quella morta, che abbiamo sepolta,
femmina penso, se penso la pace:
pensarci il maschio, pensare non piace:
quando ci penso, che il tempo ritorna,
che arriva il giorno che il giorno raggiorna,
penso che è culla una pancia di donna,
e casa è pancia che tiene una gonna,
e pancia è cassa, che viene al finire,
che arriva il giorno che si va a dormire:
perché la donna non è cielo, è terra,
carne di terra che non vuole guerra:
è questa terra, che io fui seminato,
vita ho vissuto che dentro ho piantato,
qui dentro il caldo che il cuore ci sente,
la lunga notte che divento niente:
femmina penso, se penso l’umano:
la mia compagna, ti prendo per mano:
Edoardo Sanguineti
(da Il gatto lupesco. Poesie 1982-2001, Feltrinelli 2002)
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