CONSULTORI FAMILIARI A ROMA
La situazione dei CCFF a Roma è sempre più allarmante. Per ottemperare alle esigenze di diminuzione della spesa sanitaria, le Asl tendono ad accorpare sedi di servizi territoriali, mischiando spesso prestazioni incompatibili tra loro e privilegiando attività di secondo livello a danno di servizi di base come i consultori. Questo si verifica anche quando vengono eseguiti lavori di ristrutturazione, con fondi finalizzati, in locali destinati ai consultori e poi assegnati ad altri servizi che prevedono il pagamento del ticket e l’attribuzione di ambìti incarichi dirigenziali. Negli ultimi mesi a Roma sono stati segnalati due casi di questo genere, rispetto ai quali la Consulta ha chiesto chiarimenti.
Nell’ultimo anno le èquipe consultoriali hanno subìto consistenti contrazioni dovute a pensionamenti e trasferimenti, inoltre molti operatori vengono impegnati anche per altre attività che sottraggono tempo e risorse a quelle preventive dei consultori.
Secondo la rilevazione fatta dalla Consulta risulta che tra la fine del 2011 e l’inizio del 2012, nei 50 consultori di Roma sono venuti a mancare circa 50 operatori appartenenti alle diverse figure professionali.
Calcolando questa diminuzione in ore settimanali, il totale delle ore perse ammonta a 1.311.
In particolare:
- assistenti sociali meno 196 ore/sett.
- psicologi meno 434 ore/sett.
- ginecologi meno 156 ore/sett.
- ostetriche meno 155 ore/sett.
- pediatri meno 122 ore/sett.
- infermiere prof. meno 108 ore/sett.
- assistenti sanitarie meno 36 ore/sett.
- genetista meno 38 ore/sett.
- amministrativi meno 66 ore/sett.
In alcuni consultori questa diminuzione di personale ha comportato difficoltà a garantire gli interventi di prevenzione e di promozione della salute con i gruppi – soprattutto adolescenti e coppie per il percorso nascita – oltre alla gestione delle urgenze e delle consulenze individuali.
Va inoltre considerato che negli ultimi anni molti operatori dei consultori sono stati incaricati di svolgere altre attività come adozioni, sportelli PUA (Porta Unica di Accesso), rilascio tesserini STP ed ENI a cittadini immigrati, con un “peso” di oltre 500 ore settimanali in totale nei consultori della città di Roma, soprattutto a carico di assistenti sociali e psicologi, ore che vengono così sottratte alle attività istituzionali previste dalla normativa.
Nelle ultime settimane abbiamo dato spazio a interventi che segnalavano rischi di chiusura e di trasferimento in sedi non idonee per alcuni consultori familiari di Roma; sempre di più è necessario sottolineare l'importanza della vigilanza e della mobilitazione per la difesa di questi servizi che, nel rapporto costo/qualità, rappresentano un investimento certo per la salute delle donne, delle coppie, delle famiglie, degli adolescenti.
Servizi che in questi ultimi mesi, con la crisi economica che avanza, hanno visto aumentare le richieste di prestazioni sociali e sanitarie. E' necessario sostituire il personale che va in pensione, formando i nuovi operatori secondo la metodologia d'intervento consultoriale, ed è necessario aumentare il numero dei CCFF a Roma se vogliamo garantire alle donne la possibilità di tutelare la propria salute e di esercitare il diritto all'informazione e all'autodeterminazione.