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23 maggio 2012

Consultori e donne: ancora attacchi

Consultori, donne, salute: cortocircuito istituzionale
di Pina Adorno



Non è facile attribuire il giusto valore a quello che sta avvenendo in questi giorni intorno al corpo della donna e alla sua salute, se non si mettono insieme i pezzi che compongono l’offensiva attualmente in atto. C’è una scala istituzionale che per motivi e con obiettivi diversi si sta attivando con un percorso che sembra solo distruttivo.

Il Comune di Roma non si accontenta di dare il patrocinio a una manifestazione che definire “per la vita” è comunque un azzardo; il sindaco in persona, con tanto di fascia tricolore - quindi nel pieno della sua funzione istituzionale di rappresentante di tutta la città, cioè di tutti i cittadini e le cittadine, e non a titolo personale – sfila in prima fila dietro a striscioni e slogan che vanno contro una legge dello Stato e insultano le donne che di quella legge si avvalgono.

Alla Regione Lazio c’è di nuovo il rischio di un colpo di mano della maggioranza che ha in programma di portare in Consiglio la legge di riordino dei servizi sociali con gli emendamenti Tarzia che di fatto azzerano i consultori pubblici, mentre ”foraggiano” associazioni private; una sorta di condensato della pdl del maggio 2010 di riforma dei CCFF, contro la quale sono state raccolte oltre 100.000 firme che la Presidente Polverini si è rifiutata di ricevere.

Il governo Monti ha in agenda tagli alla spesa sanitaria che, oltre ai sacrosanti posti di primario di reparti ospedalieri in eccesso e/o fittizi, sembra prevedere la soppressione di molti servizi territoriali tra cui i consultori, tra l’altro in un momento di grande difficoltà economica che suggerirebbe un incremento e non una riduzione dei servizi di base.

Nelle AASSLL di Roma e Lazio, come già più volte segnalato, si continua a minacciare un ridimensionamento del numero dei consultori e a procedere al loro accorpamento, con una riduzione della copertura territoriale, una delle caratteristiche – la territorialità – che rende maggiormente efficace la funzione di prevenzione e promozione della salute che esercitano i consultori.

Altra condizione di emergenza è la riduzione della possibilità di applicazione della legge 194/78: nel Lazio c’è stata la chiusura di nove presidi ospedalieri che praticavano l’interruzione volontaria della gravidanza e, nei reparti che ancora dispongono di questo servizio, c’è stata una riduzione dei posti letto, quindi un aumento dei tempi di attesa per le donne e un aggravio rispetto ai tempi e alle condizioni in cui operano i medici che effettuano gli interventi. In gran parte questo fenomeno è dovuto al costante aumento di medici che, per motivi ideologici o religiosi, ma più spesso di convenienza, diventano obiettori.

Queste notizie, di natura e con incidenza diversa, hanno però un filo che le unisce: il loro effetto colpisce le donne, sia nella definizione di “assassine” che viene loro attribuita solo perché si avvalgono di una legge dello Stato che regolamenta l’interruzione volontaria della gravidanza, sia nel sottrarre o trasformare i servizi che tutelano la salute e garantiscono l’autodeterminazione delle donne.

L’allarme è grande e credo sia necessaria una mobilitazione adeguata al momento storico che stiamo vivendo e ai rischi che la salute delle donne e la loro autodeterminazione stanno correndo in questi anni, sempre più bui per i diritti delle donne e di tutti i cittadini.

Di diritti infatti si tratta, non ci stanchiamo di ricordarlo: il diritto alla salute, il diritto all’assistenza, il diritto di avvalersi di una legge dello Stato senza doversi imbattere in ostacoli e disservizi che rendono solo più angoscioso il percorso scelto, il diritto – appunto – di scegliere in maniera libera e responsabile se proseguire una gravidanza o interromperla, nei limiti e nel rispetto della normativa vigente e con il sostegno di professionisti qualificati.

E’ una concezione anacronistica e punitiva quella che si pone l’obiettivo di criminalizzare o dissuadere le donne che decidono di interrompere la gravidanza, oltre ad essere un sistema inefficace: l’unico modo per ridurre il fenomeno aborto è quello di lavorare sull’informazione, la contraccezione, la consapevolezza delle donne e delle coppie rispetto alla loro sessualità e al potere che hanno di incidere sulla propria salute. In sostanza, è necessario potenziare i consultori invece che farli estinguere lentamente o trasformarli in brutte copie degli ambulatori.

11 maggio 2012

Consultorio e Formazione: occasione da non perdere

Ha avuto inizio nella Asl RmE un corso di formazione sul "Percorso Nascita" dedicato agli operatori dei Consultori Familiari, ma aperto anche agli operatori degli altri servizi territoriali e dell'ospedale Santo Spirito.
Il corso, organizzato nell'ambito della formazione obbligatoria del personale che le amministrazioni devono garantire per l'acquisizione dei crediti ECM, ha la peculiarità di non essere rivolto alle singole categorie professionali - come solitamente avviene -  ma a tutti i professionisti che compongono le équipe dei consultori.
L'obiettivo è duplice:
 - attribuire un giusto valore al modello di intervento consultoriale nel Percorso Nascita, alla luce di quanto indicato nell'ultimo Piano Sanitario Regionale;
 - promuovere il confronto tra operatori di diversa formazione e cultura professionale nella condivisione del modello operativo.
Segnaliamo questa iniziativa, e ne riproduciamo il programma, perchè riteniamo sia importante, in un momento in cui i consultori vengono attaccati di continuo e ridimensionati nel numero e nelle risorse dalle AASSLL e dalla Regione Lazio, dare agli operatori dei consultori l'opportunità e lo spazio di riflessione e di rielaborazione dei contenuti e delle modalità di intervento, per consentire un contatto più profondo con il significato e con i risultati della loro esperienza lavorativa., dando un nuovo impulso alle motivazioni e all'identità professionale dell' équipe consultoriale.

 CORSO ECM – UOC CONSULTORI FAMILIARI – RETE IMMIGRAZIONE ASL RME
“Qualità e sicurezza nei servizi sanitari: gruppi per il miglioramento della qualità gestionale, tecnica e relazionale nella Asl Roma E”.

“Il Consultorio Familiare e le scelte consapevoli e responsabili: prerogative e ruolo del consultorio nel Percorso Nascita”

7 e 9 maggio 2012
Il Consultorio nel “Percorso Nascita”
Loretana Angelici / Maria Marcelli

14 e 16 maggio2012
La prevenzione preconcezionale: dalle evidenze scientifiche agli interventi attuativi presso i consultori familiari della Asl RmE.
Mariano Pergola / Daniela Santini

21 e 23 maggio 2012
Interruzione Volontaria della Gravidanza: implicazioni psichiche, fisiche relazionali. Rapporto Consultorio/Ospedale.
Astrid Lun / Giovanna Scassellati

28 e 30 maggio 2012
Gravidanza, inquinamento e prevenzione. Mariella Faraoni
Accertamenti diagnostici e Consultorio. Paolo Volpi
Alimentazione in gravidanza Giulia Malpica
Accompagnamento alla nascita: obiettivi del corso, ruolo del ginecologo Rosalba Percuoco
Gli operatori e le donne: i saperi condivisi. Accoglienza, informazione, empowerment   Daniela Santini

4 e 6 giugno 2012
La relazione madre/bambino prima e dopo la nascita:
Educazione al sonno del neonato Maria Paola Di Tomassi
Quale identità materna oggi Anna Maria Giordano
Baby massaggio. Molto più di semplici coccole Maria Rita Paolozzi

11 e 13 giugno 2012
Il puerperio: la gestione della nuova realtà e le emozioni sovrastanti. Il Consultorio a sostegno della fragilità di questo particolare momento.
Stefania Equizi / Marisa Perpetuini

Referente per la Formazione UOC Consultori Familiari - Rete Immigrazione Asl RmE:
Giuseppina Adorno      e-mail: giuseppina.adorno@asl-rme.it --- Tel. 06 68354408/12

1 maggio 2012



Riceviamo il materiale della Consulta di Bioetica che dà inizio alla Campagna contro l'obiezione di coscienza in sanità. E' un punto di vista interessante, che mette al centro la salute della donna, e non possiamo che condividerlo e dargli spazio sul nostro blog. Quello dell'obiezione di coscienza è un problema particolarmente serio che ogni giorno di più mette a rischio il diritto della donna di decidere autonomamente della propria salute. Il numero degli obiettori e l'organizzazione degli ospedali è tale che la donna che vuole interrompere la gravidanza arriva a sottoporsi all'intervento quasi sempre al limite del tempo consentito dalla legge, con un evidente aggravio di costi psicologici e fisici.
CONSULTA DI BIOETICA ONLUS
CAMPAGNA CONTRO L’OBIEZIONE DI COSCIENZA:
IL BUON MEDICO NON OBIETTA
Nel dibattito sull’obiezione di coscienza non viene quasi mai messo in discussione il principio che gli operatori sanitari possano rivendicare un diritto all’obiezione di coscienza. La premessa è che una società liberale deve mettere i propri cittadini nella condizione di vivere fedelmente ai propri valori e di veder rispettata la propria autonomia. La conseguenza è che un medico che non riconosce l’accettabilità morale dell’interruzione di gravidanza dovrebbe avere sempre il diritto di non praticarla. Tuttavia questa posizione non è affatto l’unica possibile per una società liberal-democratica. È giusto, infatti, mettere l’accento sul valore dell’autonomia e sostenere che autonomia e integrità rappresentano valori irrinunciabili e però non dobbiamo dimenticare che una società liberal-democratica è anche impegnata nella promozione del benessere generale e nella tutela dei diritti fondamentali dei singoli cittadini (ad es. cura e salute) e che, di conseguenza, lo stato può avere interesse a limitare gli spazi di scelta dei singoli all’interno delle professioni e, in particolari, di quelle sanitarie. È ovvio che lo scenario ideale sarebbe quello di trovare una soluzione che permetta di conciliare il diritto alla salute e l’autonomia del paziente con quella del medico: la libertà della donna di decidere se continuare o no la gravidanza con la libertà del medico di decidere se partecipare o no all’interruzione di gravidanza.