- NOVITA' -

23 giugno 2012

Il Consultorio e le donne: il senso di una presenza


Legge 194/78: autodeterminazione e tutela della salute


di Pina Adorno
Nel panorama inquietante che negli ultimi anni si è andato delineando a proposito dell’applicazione della legge 194/78,  il pronunciamento della  Consulta della Corte Costituzionale, che ha giudicato  “manifestamente inammissibile” la questione sollevata dal giudice tutelare di Spoleto di  legittimità costituzionale della legge che regola l’interruzione volontaria della gravidanza, è uno dei pochi elementi di conforto e rassicurazione.
 E’ di pochi giorni fa la diffusione dei dati sull’obiezione di coscienza in Italia a cura di Laiga (Libera Associazione Italiana dei Ginecologi per l’Applicazione della legge 194), che mettono in evidenza le evidenti omissioni da parte del Servizio Sanitario Regionale circa l’applicazione della 194, con 10 strutture pubbliche e convenzionate su 31 che non effettuano IVG, con il 91,3 % di ginecologi ospedalieri obiettori e con tre provincie su cinque che non effettuano l’aborto terapeutico (Frosinone, Rieti e Viterbo).
Nella Regione Lazio, come del resto anche in altre regioni italiane, è ormai ciclico l’attacco alla 194 con tentativi, sempre meno maldestri e sempre più insidiosi, di invalidarla attraverso la ‘revisione’ della normativa che regolamenta l’attività dei consultori familiari, avocando ad associazioni private e di ispirazione religiosa il compito di dissuadere le donne dall’intenzione di interrompere la gravidanza.
Per non parlare della prassi, ormai consolidata da diversi anni, di predisporre disegni di legge e attribuzioni di fondi - dal livello più basso dei municipi via via risalendo fino a quello dello Stato -  finalizzati a Piani per la famiglia che hanno come obiettivo la salvaguardia della “vita” e l’intralcio all‘applicazione della 194.
L’ultimo in ordine di tempo è il Piano Nazionale per la Famiglia, deliberato dal Consiglio dei Ministri il 7 giugno 2012, che trova il modo di inserire nell’articolato punti di vista generici, preconcetti e non informati sui consultori, sull’esigenza di superare l’ormai anacronistica visione di genere di questo servizio e di monitorare gli interventi dei consultori a sostegno delle alternative all’aborto.
Sembrano rivitalizzate le aspirazioni di incremento demografico attive nel “Ventennio”, aspirazioni che però vengono espresse e perseguite in un’epoca dove il problema è esattamente l’opposto: da una parte la sovrappopolazione planetaria, la crisi economica mondiale e la disoccupazione in crescita esponenziale ovunque, e dall’altra le difficoltà per chi desidera un figlio di accedere alla procreazione medicalmente assistita, di essere tutelata nel mantenere il lavoro, di ottenere servizi educativi e sociali adeguati. Lo stesso Movimento per la Vita aiuta le donne solo se si rivolgono ai loro centri entro il III° mese!!!
Non male da parte di “tecnici” di calibro e fama internazionale, quando tutti gli organismi internazionali che si occupano di sanità, di promozione e di tutela della salute delle popolazioni, considerano la normativa italiana sui consultori quanto di tecnicamente più avanzato esista!
Lavoro nei consultori da oltre trent’anni e sono obbligata a confrontarmi frequentemente con lo svolgersi dei processi decisionali che portano all’interruzione o alla prosecuzione di una gravidanza iniziata. E’ un aspetto faticoso del mio lavoro perchè coinvolge inevitabilmente anche i miei valori e le risonanze psicologiche che determinano, ma è un lavoro che considero fondamentale perché fa crescere nelle donne e negli uomini la conoscenza di sé, delle proprie risorse e dei propri limiti, e la consapevolezza della responsabilità che ognuno può e deve esercitare e rivendicare rispetto alla tutela della propria e dell’altrui salute, nell’unica accezione possibile che comprende il corpo, la psiche, la relazione.
La decisione se proseguire o interrompere la gravidanza ha una complessità tutta particolare che la differenzia dalle altre scelte che ogni essere umano deve affrontare nel corso della propria vita: oltre alle conseguenze che produrrà sul futuro individuale di ciascuno, contiene implicazioni valoriali, relazionali, psichiche, nelle quali la componente soggettiva viene esaltata al massimo in quanto la realtà “oggettiva” che potrebbe orientare la scelta non è rintracciabile e non dà indicazioni utili: semplicemente non c’è.
Per questa ragione credo nella funzione di empowerment che noi operatori dei consultori possiamo e dobbiamo svolgere nei confronti delle donne e degli uomini che varcano la soglia dei nostri servizi o che incontriamo nel corso degli interventi di “offerta attiva”.
Sono convinta che il massimo degli sforzi e delle risorse vada indirizzato negli interventi di prevenzione primaria e nella promozione della salute sessuale e riproduttiva, ma considero utile, importante, ricco e formativo, nella prospettiva del raggiungimento degli stessi obiettivi, anche lavorare bene con le donne e le coppie che chiedono l’interruzione volontaria della gravidanza.
Ci sono donne e associazioni femministe che considerano il passaggio dal consultorio familiare e il colloquio con l’operatore come un’ingerenza indebita che mina il diritto della donna ad autodeterminarsi. Rispetto questa posizione, ma credo, al contrario, che la possibilità di un confronto con professionisti formati per accompagnare e sostenere il processo decisionale in atto, sia fondamentale per uscire con prospettive evolutive dal vicolo cieco dell’out-out in cui la donna si trova e per far uscire la donna dalla solitudine e dal silenzio di una decisione così complessa. A patto naturalmente che la consulenza sia rispettosa dei tempi e della soggettività della donna e che non pretenda di sapere in anticipo quale sia la cosa giusta per quella donna e per quella coppia.

4 giugno 2012

Annullata l'Assemblea della Consulta del 7 giugno

Informiamo che l'Assemblea della Consulta prevista per il 7 giugno è stata annullata in quanto coincide con la mobilitazione, di cui abbiamo già dato notizia, contro la proposta di legge Forte e gli emendamenti Tarzia che minacciano i consultori pubblici. Invitiamo tutti gli operatori, le assemblee delle donne, le associazioni a partecipare al presidio convocato presso la sede del Consiglio Regionale, in via della Pisana, giovedì 7 giugno alle ore 10,00.

2 giugno 2012

Mobilitazione alla Regione Lazio - Giovedì 7 giugno ore 10,00

Da tempo serpeggiava un grande disagio e un'urgenza di mobilitazione: alla battaglia che le donne hanno ingaggiato già dall'estate del 2010 contro la dissennata "riforma" dei Consultori Familiari proposta da Olimpia Tarzia e congelata in Commissione Lavoro e Servizi Sociali della Regione Lazio, si è aggiunta la preoccupazione e l'indignazione di tutto il settore dei servizi sociali per la proposta di legge dell'assessore Forte e per la riduzione delle spese per il sociale.
La misura è colma! e il bisogno di svelare a tutta la cittadinanza le conseguenze che l'approvazione di questa legge avrebbe sul livello di assistenza e di erogazione dei servizi ai cittadini, ha portato ad organizzare la manifestazione di giovedì 7 giugno, in concomitanza con la convocazione del Consiglio Regionale.
L'importanza di esserci e di manifestare pubblicamente le ragioni della mobilitazione è evidente a tutte le persone che credono nelle Istituzione e pensano che il servizio pubblico debba organizzare delle risposte credibili e utili ai bisogni delle persone. Pubblichiamo a seguire l'appello per la manifestazione del 7 giugno.


TAGLI AL SOCIALE: AVANZA IL DESERTO !


MOBILITAZIONE ALLA REGIONE LAZIO
Giovedì 7 giugno alle ore 10 - Consiglio regionale del Lazio

Via della Pisana, 1301

(uscita 32 Grande Raccordo Anulare - G.R.A., direzione fuori Roma)

"I cittadini, le famiglie, le organizzazioni del Terzo Settore, gli Enti Locali manifestano l'allarme per gli effetti devastanti della eventuale approvazione della proposta di legge dell’Assessore Forte sul sistema dei servizi sociali e dei tagli delle spese sociali.

Lanciamo un ultimo appello a tutti i Consiglieri regionali affinché questa proposta di legge iniqua e accentratrice venga modificata sostanzialmente e vengano garantite risorse sufficienti per i servizi sociali. Segnaliamo in particolare alcuni aspetti scellerati ed inefficaci:

- Il taglio drammatico dalla Regione ai Comuni di oltre il 60% che a Roma, come annuncia l’Assessorato Politiche Sociali retto dal vice-sindaco, abbatte i pur magri Piani di zona e, nell’intero Lazio, spazza via l’idea stessa di Livelli Essenziali di Assistenza, taglia servizi a oltre 250.000 persone e causerà la perdita del posto di lavoro per migliaia di operatori sociali.

- La proposta di legge ingigantisce gli Ambiti territoriali (OASI) fino a farli coincidere con i territori delle ASL: queste dimensioni territoriali espropriano la gestione dei servizi agli Enti Locali, ostacolano la partecipazione dei cittadini ed il controllo da parte della società civile.

- L’obbligo di costituire i CONSORZI di Comuni viola l'autonomia degli enti locali, smentisce le chiacchiere sul federalismo, centralizza le scelte e persino la gestione dei servizi, riducendo i Comuni a meri esecutori di aziende speciali, peraltro  più costose dell’attuale sistema di gestione. Altro che riduzione dei costi!

- L’attacco ai consultori pubblici tramite gli emendamenti inseriti dalla consigliera Tarzia, che contengono tutto il peggio della sua precedente  proposta di legge già bocciata dalle stesse donne perché viola la legge 194 dello Stato e rappresenta un attentato al loro diritto alla salute e all’autodeterminazione.

Chiediamo di eliminare questo impianto centralistico e proporre invece  un sistema di governance che favorisca l'efficienza e l'efficacia dei servizi sociali e restituisca responsabilità e partecipazione alle amministrazioni locali, al terzo settore e a tutte le comunità interessate.
Chiediamo l'impegno da parte del Consiglio regionale ad aprire una stagione di attenzione al sistema dei servizi sociali partendo dall’allocazione, nel bilancio regionale, delle risorse necessarie a garantire i livelli essenziali di assistenza e il consolidamento dei piani sociali di zona.
Non possiamo accettare tagli ai servizi sociali!Contro la proposta di legge Forte e il taglio delle risorse per le politiche sociali, che inevitabilmente provocherà un’assenza di risposte ai bisogni dei  cittadini più deboli e causerà la perdita di migliaia di posti di lavoro di operatori sociali impegnati quotidianamente a fianco dei più fragili."

MOBILITAZIONE ALLA REGIONE LAZIO
Giovedì  7 giugno alle ore 10 - Consiglio regionale del Lazio
Via della Pisana, 1301
(uscita 32 Grande Raccordo Anulare - G.R.A., direzione fuori Roma)

Promotori : Soc!al Pr!de, Municipi Social Club, Forum Terzo Settore Lazio, Città Visibile, CNCA, Comitato Operatori Sociali Bassa Sabina, Arcisolidarietà, Assemblea permanente delle Donne per i consultori, Action, Ordine Assistenti Sociali, Ordine Psicologi del Lazio, Lega Coop, AGCI, Comune di Monterotondo, Coop. Al Parco, Coop. Agora’, Coop. Arca Di Noe’, Assistenza e Territorio, Coop. Cecilia , Co.Tr.Ad, H-Anno Zero, Il Pungiglione, Coop. Iskra, Coop. Magliana Solidale, Coop. O.Sa.L.A., Coop. Prassi & Ricerca, Coop. S.Onofrio, Coop. S.Saturnino, Coop. Agricoltura Capodarco, Coop. Parsec, Coop. Magliana '80, Coop. Eureka I, Associazione La Tenda, Coop. Il Cammino, Associazione La Nuova Stagione, Coop. FOLIAS., Coop ERMES, Associazione Pixi, Coop.Acquario 85, Ass. ASIS, Arciragazzi, Cemea del Mezzogiorno, CERF, Grid, Centro Rampi, Svises, Arcipelago, Città educativa, Progetto Salute, Coop Alternata silos, Coop Il brutto Anatroccolo, Coop Stand Up, Ass. Antropos, Ass. Ottantanove, Ass. Sportiva Ciampacavallo.