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6 aprile 2011

Al Direttore de "Il Tempo" Mario Sechi

Riportiamo la lettera di protesta dell'Assemblea Permanente delle Donne riguardo all'articolo comparso sul quotidiano romano a proposito della manifestazione di ieri alla Regione Lazio, di cui abbiamo dato notizia nel post precedente. La lettera è stata inviata al Direttore Sechi, con preghiera di pubblicazione ai sensi della normativa vigente.


Gentile direttore,
ormai abbiamo capito che un fondamentalista per essere tale deve
assolutamente piegare la realtà alle sue convinzioni e, se anche questo si
dimostrasse impossibile, la realtà si può inventare di sana pianta. E’
quanto la consigliera Tarzia fa da anni con la sua ossessiva e distorta
lettura dell’interruzione volontaria di gravidanza ed è quanto sta facendo
in particolare dal maggio scorso per dimostrare la necessità
dell’abrogazione della legge regionale 15 del 1976 della Regione Lazio sui
consultori familiari.
Per difendere le “sue “ ragioni sulla famiglia e sulla maternità , deforma
e distorce la vita delle famiglie italiane e soprattutto offende le donne
di questa regione che regolarmente ignora, che si rifiuta di ascoltare e con
cui ha deciso di non interloquire.
Che in questa strada sia seguita da uno dei maggiori giornali della Capitale
come dimostra l’articolo di oggi di Susanna Novelli non può che meravigliare
e anche dispiacere. La giornalista in questione dimostra non solo di non
conoscere i fatti ma si presta a fare da megafono delle posizioni
unilaterali della Tarzia manifestando tra l’altro una curiosa idea della
democrazia e del ruolo istituzionale di una commissione consiliare con una
cronaca inventata di sana pianta.

La proposta denominata Tarzia presentata in Consiglio regionale nel maggio
2010 è stata infatti assegnata alla competente commissione consiliare in
autunno e ha deciso prima di passare all’analisi dell’articolato di fare
audizioni con molte realtà interessate a questo problema. Enti
locali,asl,ordini professionali,associazioni.
Da giugno 2010 si è costituita una Assemblea permanente alla casa
internazionale delle donne che si incontra regolarmente e che è composta da
moltissime associazioni di donne, da coordinamenti sindacali,operatrici e
utenti dei consultori. Questa assemblea ha immediatamente e pubblicamente
denunciato tutte le ragioni per cui riteneva sbagliata la cosiddetta
proposta Tarzia. Ha lanciato una petizione che Roma e nel Lazio ha raccolto
a oggi oltre 80 mila firme. Ha partecipato a iniziative su tutto il
territorio regionale incontrando un grande consenso anche tra esponenti
della maggioranza consiliare. Contrariamente a quanto sostiene l’articolo ha
avuto grande successo anche nei municipi romani( es.odg all’unanimità nel xx
municipio) nonostante le intimidazioni di Militia Christi e le provocazioni
della stessa Tarzia il 25 novembre, come nel X municipio perché di questo
e non di altro si tratta.
Tutte le associazioni, i coordinamenti sindacali, la Consulta dei consultori
e tanto altro, anche fidando di assicurazioni in questo senso ribadite da
esponenti della maggioranza e dell’opposizione, hanno chiesto di essere
audite alla commissione competente come ha peraltro riconosciuto il
Presidente Perazzolo (Lista Polverini). In questi mesi sono state ascoltate
associazioni di stretta “osservanza” confessionale, niente di male, ma non
una sola realtà di donne(neanche una) che fosse critica con la proposta.
Per di più tutti i gruppi di opposizione sono uniti nel contrastare questa
proposta ideologica e confessionale che vuole distruggere strutture
pubbliche necessarie per la salute delle donne e della famiglia e abolire
una legge che tranquillamente già prevede un sistema misto tra strutture
pubbliche e private. Strutture che avrebbero bisogno di essere sostenute e
rilanciate e non demolite con aggravio di spesa e grave danno per le donne,
i minori e le coppie.
Crediamo inoltre che sia difficile per chiunque sostenere che la
maggioranza relativa che vince le elezioni abbia per ciò stesso il diritto
di legiferare in dispregio assoluto non solo dell’altra parte della
popolazione ma anche di tutte le leggi dello stato e del giusto rapporto tra
istituzioni e società civile.
Una rappresentanza di alcune decine di donne questo ha voluto ricordare ieri
alla Commissione politiche sociali della Regione Lazio e riteniamo
importante che non solo i rappresentanti delle opposizioni ma anche di
maggioranza come il presidente Perazzolo abbiano concordato su questo
sospendendo la discussione e impegnandosi alle convocazioni di chi ha
chiesto di essere convocato perche sul tema in discussione ha titolo ed
esperienza decennale da far valere. Altro che perdita di tempo. Solo le
dittature e i regimi confessionali non perdono tempo a discutere ma di
questi il mondo comincia ad essere stanco. Le donne lo sono in modo
particolare
Noi speriamo che le nostre considerazioni la spingano, nel suo giornale, a
dare informazioni più verificate e veritiere a cominciare dai titoli. Ad
abortire i consultori non è la sinistra ,se mai ce ne fosse una, ma la
consigliera Tarzia come dice esplicitamente nella sua proposta.
Assemblea delle donne contro la proposta Tarzia


PS.L’altra ipotesi potrebbe essere che tutte le dissenzienti della
proposta Tarzia vengano condannate ai roghi come streghe. Dall’articolo
abbiamo capito come la denominazione di streghe sia un reato ancora
gravissimo. Ringraziamo la signora Novelli per aver richiamato su questo la
nostra attenzione

1 commento:

  1. e io ringrazio l'assemblea delle donne per questa puntualizzazione, per aver ricordato a chi vuole dimenticarselo, e a tutti noi, che ci sono leggi e regole che vanno rispettate sempre e da tutti e che, alla distanza, la prepotenza si ritorce su chi la esercita

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