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17 gennaio 2011

Una buona educazione sessuale

di pina adorno

Come nascono i bambini? Il mistero della vita - la nascita, la morte, l’amore – è una delle prime domande che i bambini si pongono, e che ogni essere umano continuerà a porsi per tutta la vita.
Non sempre le risposte che si ricevono da bambini sono esaurienti e il mistero si conserva tale fino alla pubertà, quando le domande escono dalla sfera teorica e investono violentemente e direttamente gli adolescenti – nel corpo, nella psiche, nelle relazioni – esponendoli a rischi sconosciuti o censurati, con conseguenze che sono irreversibili.
Le ultime dichiarazioni del Pontefice sulla negatività dell’educazione sessuale, riprese con grande evidenza dai media, si aggiungono al martellamento con cui da anni, da troppi anni, le più alte cariche ecclesiastiche intervengono sistematicamente a stigmatizzare tutto quello che riguarda la gestione cosciente e responsabile della sessualità.
Ma perché, insieme alla matematica e alla storia, gli adolescenti non dovrebbero conoscere come funziona il loro corpo e a quali stimoli reagisce? Perché non essere a conoscenza delle differenze non solo fisiche che esistono tra i sessi e che aiutano a migliorare la relazione tra uomini e donne? Cosa impedisce di parlare ai ragazzi dei rischi e delle conseguenze legate ai loro comportamenti sessuali, alle scelte che possono e devono fare, oggi, e domani da adulti? Perché non metterli in condizione di assumere la responsabilità verso se stessi e verso gli altri?
Questo è un nodo fondamentale: solo la conoscenza permette l’assunzione di responsabilità, che caratterizza, o almeno dovrebbe, l’età adulta e la capacità di scegliere; il sapere di sé fa crescere e orienta comportamenti responsabili e liberi, nel senso che non sono eterodiretti, ma autonomi e consapevoli.
Non è un percorso facile e il risultato non è scontato, ma è compito dei processi educativi, e degli adulti responsabili che ne hanno il privilegio e l’onere, a cominciare dalle famiglie, fornire gli strumenti per aiutare chi si sta formando ad orientarsi e a progettare il proprio futuro.
Come può l’educazione sessuale costituire una minaccia per la loro vita? Cosa c’entrano la fede o la religione con il cambiamento fisico e psichico che avviene in adolescenza? E come può la conoscenza di sé essere una minaccia per il percorso di fede?
Il Santo Padre è tornato a parlare di educazione sessuale, senza capire che togliere la consapevolezza ai ragazzi è proprio ciò che li spinge a svendersi, drogarsi, autodistruggersi.” Con queste parole Don Andrea Gallo si esprime in una intervista pubblicata su Il Fatto Quotidiano sabato 15 gennaio.
Allo stupore per la mancanza di contatto con la realtà, si aggiunge l’imbarazzo per le parole del Papa, che non considerano la positività del lavoro costante di tanti operatori della salute, soprattutto dei consultori, che da anni intervengono su questi temi in collaborazione e su richiesta delle scuole e delle famiglie.
Diverso è l’atteggiamento di religiosi e religiose che lavorano con i giovani e con le donne in difficoltà e che hanno un approccio più realistico e di grande umanità verso le problematiche con cui si misurano, e collaborano stabilmente e proficuamente con i servizi pubblici, compresi i consultori.
L’imbarazzo e il disappunto che ci investe riguarda anche la presunzione espressa di continuo di far coincidere i valori del cattolicesimo con quelli della società, pretendendo che lo Stato finanzi prestazioni e servizi a indirizzo confessionale, mentre lo Stato ha il dovere di garantire i servizi fondamentali ( sociosanitari, scolastici, educativi ) a tutti i cittadini, di qualunque credo o di nessun credo, e la Chiesa non può intervenire così pesantemente nel merito di scelte e leggi dello Stato.
Ribadisco il profondo rispetto per i valori del cattolicesimo e per i tanti religiosi e laici che quotidianamente ne danno testimonianza, ma ritengo che perseguire obiettivi economici o di potere fin troppo evidenti su queste delicate tematiche, significhi assumersi il rischio e la responsabilità di diffondere un messaggio controproducente per quanto attiene i fenomeni che si dice di voler combattere: l’aborto, le malattie sessualmente trasmissibili, la violenza sessuale, le sofferenze nelle relazioni familiari possono essere limitate solo con servizi dedicati che rispettino i valori ed i riferimenti culturali di ogni persona, e con una attività costante di educazione alla sessualità, che non significa la volontà di trasmettere determinati valori in contrapposizione ad altri, né imporre un modello valido per tutti, ma informare correttamente per consentire ad ognuno di adottare comportamenti ed effettuare scelte consapevoli e responsabili.
In molte realtà italiane questo avviene già: a Roma i consultori entrano in contatto ogni anno con circa 20.000 adolescenti, in accordo e coordinamento con le attività scolastiche e con le famiglie, ma è evidente che un investimento più massiccio sui consultori e sulle attività di prevenzione e di promozione della salute sessuale e riproduttiva consentirebbe di lavorare in maniera più efficace contro le patologie legate all’esercizio della sessualità.

1 commento:

  1. Buongiorno, ci teniamo a segnalare che dallo scorso anno, la nostra associazione cartastraccia insieme alla coop il semaforo blu ha avviato un progetto dal nome "leggere prima": all'interno dei percorsi nascita e allattamento al seno chiediamo uno spazio per un incontro di base sulla letteratura per piccolissimi, come scegliere i libri e come leggerli, promuovendo il progetto nazionale NPL e i servizi per piccolissimi di Bibliotechediroma. I prossimi appuntamenti sono previsti domani 3 novembre (allattamento al seno) e giovedì 5, dalle 11 alle 13, presso il consultorio di via salaria 140. Gli incontri sono ovviamente aperti e gratuiti, tutte le info le trovate qui: http://associazionecartastraccia.blogspot.it/2013/11/leggere-prima-incontri-per-genitori-e.html
    Grazie mille e a presto,
    Leyla Vahedi, Associazione Cartastraccia

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