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6 febbraio 2011

Il diritto alla verità

Giovedì 3 febbraio davanti al X Municipio c'è stata una manifestazione di protesta contro la pdl Tarzia, provocata dalla presenza della consigliera regionale nei locali del Municipio. La versione che è stata data degli eventi, una aggressione violenta nei confronti di Olimpia Tarzia, ha provocato una valanga di dichiarazioni di solidarietà che, senza appurare i fatti, hanno avvalorato la tesi sostenuta dalla Tarzia. Riportiamo qui il comunicato della Assemblea Permanente delle Donne compilato da alcune componenti presenti all'evento e inviato alla stampa, sottolineando come non sia possibile il confronto e il rispetto tra posizioni diverse se il punto di partenza è la falsificazione della realtà dei fatti.

Il diritto di espropriarci dei diritti

Le donne e gli uomini del X municipio con le donne della casa Lucha e Siesta e le donne dell'Assemblea Permanente contro la proposta di legge Tarzia, ieri 3 febbraio 2011, hanno pacificamente protestato contro l'on. Tarzia, promotrice di una proposta di legge tesa a distruggere i consultori trasformandoli da strutture pubbliche, per la salute riproduttiva delle donne, in enti privati gestiti da fondamentalisti religiosi.

L’on. Tarzia, che è entrata di nascosto all’interno degli edifici del X municipio, istituzione che si è già espressa con una mozione contraria alla sua proposta di legge, probabilmente non aveva nessuna intenzione di aprirsi al dibattito, infatti non si è mostrata pubblicamente, forse voleva solo provocare incidenti; però data l’allegria e la prontezza di spirito delle e dei manifestanti, incidenti e atti di violenza non sono avvenuti.

A meno che non si voglia chiamare “violenza” il rullo di tamburi oppure violenti gli slogan che contrapponevano la sua solerzia nei confronti della vita nascente con lo spiccato interesse del capo del suo partito per le giovani adolescenti.

L’unica violenza cui assistiamo ogni giorno, nella Regione Lazio, come in tutto il paese, è quella della contrapposizione tra propaganda, per la salvaguardia della vita, dei giovani e delle donne, e la realtà della spoliazione della sanità pubblica, dell’istruzione pubblica e del diritto al lavoro.

La legge Tarzia, così come altre leggi regionali di simile stampo tese soltanto a impedire l’applicazione della 194, ci toglie il nostro individuale diritto alla salute. Avremo accesso alle cure consultoriali se, e solo se, madri figlie e mogli di qualcuno, necessariamente uomo e di religione cattolica. Questa è violenza.

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