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18 aprile 2013

Più servizi e meno sportelli per le donne

Nell’Italia dove la nuova parola d’ordine sembra essere fare e soprattutto fare presto piuttosto che fare bene, vi segnalo la nascita dell’ennesimo “sportello” che in questo caso si propone come la soluzione ai problemi delle donne che hanno abortito e che, per questa ragione, …”si trovano a vivere un forte disagio emotivo e psicologico (depressione, ansie, fobie, disturbi sessuali)”.
E’ quanto si legge in una lettera del Movimento per la Vita Italiano indirizzata ai Direttori Sanitari delle Asl, con la richiesta di affiggere nelle sedi sanitarie… “la locandina allegata al fine di sensibilizzare e offrire un servizio gratuito alle utenti che purtroppo sono sempre più numerose.”

Lo sportello si chiama “Da Donna a Donna” ed è cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Sarebbero tante le osservazioni da fare a proposito dei cosiddetti tecnici del governo Monti, che sono più volte intervenuti con provvedimenti a contenuto ideologico estremamente elevato (vedi Piano Famiglia del ministro Riccardi), ma voglio limitarmi ad alcuni punti essenziali:
  • le interruzioni volontarie della gravidanza, come è noto, sono in costante calo da trent’anni, e questo è affermato in tutte le relazioni annuali dei ministri della salute sull’applicazione della legge 194, che sottolineano soprattutto la funzione dei consultori nel ridurre il ricorso all’aborto.
  • il ‘disagio emotivo’ delle donne, oltre che dall’aver abortito, può derivare anche, e direi per qualcuna forse ancora di più, dal trovarsi senza lavoro, dal non avere servizi, dal non poter andare in pensione quando avevano già maturato il diritto ad andarci. Tra l’altro – a proposito di disagio emotivo – il Ministero del Lavoro ha definanziato e quindi annullato il bando 2012 per il progetto sulla parità tra uomo e donna a favore dell’inserimento lavorativo delle donne, attivo dal 1991.
  • lo sportello è pagato da tutti i cittadini. Perché affidare una competenza pubblica- peraltro già istituzionalmente affidata ai consultori familiari - ad un ente privato, per di più così connotato dal punto di vista ideologico e storicamente così contrario alla libera decisione e all’autodeterminazione delle donne? Perché non utilizzare quelle risorse per implementare la presenza e l’operatività dei consultori pubblici?
Lo abbiamo sottolineato più volte e voglio ribadirlo anche a commento di questa iniziativa: il sistema dei servizi sociali e sanitari è vasto e costoso e non possiamo permetterci di sprecare risorse destinandole a progetti autoreferenziali, che si pongono come ‘doppione’ o addirittura in antitesi con il mandato istituzionale dei servizi pubblici.

Finanziare progetti paralleli e alternativi al sistema pubblico dei servizi sociali e sanitari, oltre a disperdere le risorse, confonde e indebolisce il sistema di promozione e di protezione dei cittadini, e genera insicurezza e sfiducia nei confronti delle istituzioni.

Occorre invece avere un progetto unico, con obiettivi e finalità che si rivolgano e sostengano le esigenze di tutti, e che rappresenti una garanzia per tutti i cittadini in quanto essi sono parte - nella loro diversità e unicità individuale - di questo nostro Stato, anzi sono essi stessi lo Stato.
Per quanto riguarda la salute della donna, il progetto esiste già:
è infatti questo il senso della legge 405/75 che ha istituito i consultori per la tutela della salute psicofisica della donna, della legge 194/78 per la procreazione cosciente e responsabile, che disciplina l’interruzione volontaria della gravidanza, ed è il senso che anima il Progetto Obiettivo Materno Infantile (DM 24 aprile 2000) che individua risorse, tempi, modalità d’intervento necessari ad assicurare la prevenzione di patologie psichiche e fisiche che interessano la donna, i bambini, gli adolescenti e la promozione e la tutela della salute sessuale e riproduttiva dei singoli e delle aggregazioni familiari scaturite dalle loro scelte libere.

Basta con sportelli costosi ed effimeri che servono più a chi li apre che a dare risposte adeguate ai problemi che pretende di risolvere, non ne possiamo più! E’ ora di capire quali sono le esigenze concrete e reali dei cittadini italiani e organizzare senza sprechi un sistema di servizi territoriali certo ed efficiente, che pensi e realizzi risposte valutabili e modificabili, ma costanti nell’assicurare la presa in carico e nel trasmettere alle persone la certezza della risposta rispetto alle necessità esistenti e ai diritti che devono essere garantiti.
Se tutti i finanziamenti destinati negli ultimi vent'anni a progetti, iniziative creative e multiformi sportelli a tempo dedicati alle donne fossero stati concentrati nel migliorare o aprire nuovi servizi come i consultori, i centri antiviolenza, i servizi per l'infanzia... le donne e le famiglie avrebbero adesso un sostegno reale alle loro difficoltà di vita e sarebbero più contente.

Pina Adorno

2 commenti:

  1. Gentile Maria Pia Buracchini,
    mi dispiace di aver recato offesa alle vostre attività, non era questa la mia intenzione e chiarisco subito che non metto in dubbio l'utilità di alcune vostre iniziative nell'ambito del volontariato. Quello che volevo sottolineare nell'intervento citato era piuttosto l'assurdità di certe strade che prende a volte il danaro pubblico: a me sembra assurdo che servizi che hanno il compito specifico di accompagnare la donna e la coppia nelle loro scelte di procreazione vengano lasciati in condizioni di difficoltà operativa, mentre compiti affini ma parziali vengano finanziati a parte ad altri organismi. E' uno Stato strabico che si muove senza consapevolezza dell'insieme e del sistema di prevenzione e promozione della salute, che va garantito omogeneamente a tutti i cittadini. Questo è quello che penso e che come presidente della Consulta dei Consultori sono tenuta a ribadire ogni volta che si presentano iniziative che vanno in direzione diversa. Non mi permetto di mettere in dubbio la qualità di professionisti che non conosco, ma quanto al contenuto ideologico del Movimento per la Vita, abbiamo avuto prova del suo elevato livello sia dai contenuti del disegno di legge Tarzia(dal quale la vostra organizzazione non mi risulta che abbia preso le distanze) sia da alcune manifestazioni pubbliche nelle quali le donne che abortivano venivano definite non proprio positivamente. Penso che dovrebbe essere interesse comune che i consultori pubblici fossero ben organizzati e in grado di coprire tutta la popolazione in età fertile con 'offerta attiva' di informazione e promozione della salute sessuale e riproduttiva e non denigrarne le finalità e proporre di sostituirli con consultori privati che per le loro finalità istitutive hanno oggettivamente un'utenza limitata e prestazioni incomplete.
    Ribadisco che apprezzo molte delle vostre attività, con le quali peraltro i consultori collaborano inviando ai vostri centri le donne che hanno difficoltà soprattutto economiche e che non vogliono abortire, ma non mi sfugge l'approccio al problema della vostra associazione che mi sembra non riconosca alla donna e alla coppia la facoltà di decidere autonomamente della propria vita. I consultori pubblici lavorano invece per consolidare nelle donne la consapevolezza del loro potere rispetto alla gestione della propria salute e della possibilità di assumere le proprie decisioni nel rispetto di loro stesse e della legge.
    La ringrazio per la comunicazione e La saluto cordialmente
    Pina Adorno


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  2. Gentile Dott.ssa Pina Adorno,
    ho ricevuto la risposta alla mia mail e mi fa piacere che abbia capito lo spirito del nostro servizio e dell'impegno per le donne e i loro bambini che certamente corrisponde al suo nella responsabilità della conulta dei consultori. L'idea di fondo ci differenzia, ma sono sicura che sono molte di più le questioni che ci accomunano a difesa dei diritti delle donne e per la promozione della maternità. Relativamente al suo riferimento circa manifestazioni del variegato mondo prolife che a volte condannano la donna che abortisce, vorremmo precisare che i primi a risentire di certi toni offensivi siamo proprio noi, che con competenze e gratuità, siamo ogni giorno accanto alla sofferenza di queste donne che vivono il dramma del post aborto. Per questo siamo disponibili a collaborare tutte le volte che lo riterrete opportuno per valorizzare il consultorio pubblico nella sua precipua attività e offrire gratuitamente i nostri servizi per la vita.
    La saluto cordialmente Maria Pia Buracchini

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